venerdì 19 novembre 2010

Globalizzazione


Da qualche anno a questa parte, un termine, si è fatto sempre più frequente in politica ed economia : Globalizzazione.

E' molto raro ascoltare conversazioni che vertano su determinati argomenti senza che questo termine (o suoi sinonimi) faccia sentire la sua ingombrante presenza.

Conosciamo tutti il suo significato letterario, meno noto ai più è ciò che il termine sottende, la drammaticità che le cause e conseguenze comportano su un piano sociale, economico,politico, etico.

Ad una attenta analisi non sfuggirà il nesso che lega globalizzazione e capitalismo, e più in generale globalizzazione ed economia. Tanto da poter affermare che vi sia fra le due un rapporto di reciproca funzionalità.

Abbiamo analizzato in un articolo precedente quali dinamiche segua lo sviluppo dei mercati globali, come questo sviluppo sia estremamente proficuo per chi movimenta beni e capitali, e come impoverisca le categorie che mettono in moto la catena produttiva.

Ma quello economico è solo un'aspetto del problema, la definizione corrente di globalizzazione recita :

   "fenomeno di crescita progressiva delle relazioni e degli scambi a livello mondiale in diversi ambiti, il cui  effetto  principale è una decisa convergenza economica e culturale tra i Paesi del mondo."

Molto suggestivo, l'effetto che richiama la definizione dà un senso di sinergia e arricchimento sociale, culturale, e economico. Ma dietro questa maschera politically-correct si nasconde ben altro. Le relazioni, non sono come si vorrebbe far credere, volte ad un reciproco miglioramento ma ad instaurare un rapporto di sudditanza.

Sono tristemente noti gli accordi di mercato europei (ad esempio ma potremmo citarne numerosi altri) che limitano le quantità di produzione di beni delle varie nazioni, così un produttore che dirige bene le propie attività si vede multato (anzichè premiato come logica vorrebbe) se supera le aliquote concessegli!
E un governo che miri, per il bene della sua popolazione, ad ottenere nei limiti del materialmente possibile, un regime di autarchia verrebbe tacciato di infamia e la nazione additata come stato canaglia. A ciò seguirebbe un embargo economico e culturale.

L'esportazione di modello di vita, ad una più attenta analisi, risulta essere principalmente l'esportazione del più gretto consumismo, quindi volta non al miglioramento delle condizioni di vita degli stati meno sviluppati, ma ad un allargamento degli acquirenti di mercato. Questo fà sì che il tanto decantato arricchimento culturale donato dalla società multirazziale, si attua come un livellamento verso il basso che non giova a nessuno, gli scambi culturali proprio per questo si tramutano in scontri, le diverse culture e identità dei popoli anzichè arricchite e rafforzate ne escono appiattite e umiliate.

Per dirla in parole povere, qui si ammazza la gallina dalle uova d'oro per farne un brodo annacquato che non sfama nessuno! 

Ma conosciamo il punto di inizio? Possiamo determinare il momento storico, il contesto, i pretesti e le reali cause in cui tale "Vaso di Pandora" venne aperto?

E' nostra opinione che determinare il momento storico, e delinearne il reale contesto, e le reali modalità con cui tutto ebbe inizio è un importante passo per comprendere a pieno la portata del fenomeno e la gravità di ciò che comporta.

L'origine del fenomeno si perde in tempi assai remoti, è nostra convinzione che sia esistita in germe per lunghi periodi, strumento latente di forze che hanno lavorato nell'ombra attendendo il momento storico adatto all'attuazione dei propi progetti.

Tuttavia un analisi così approfondita, necessiterebbe uno spazio assai maggiore di un articolo, perciò per il momento, ci limiteremo ad un analisi limitata ai tempi contemporanei. In tale analisi ci affideremo ad una penna ben più degna della nostra : Giovanni Guareschi.

Nel 1963 venne ideato un curioso ed interessante esperimento cinematografico, un film in due parti. Venne chiesto a due autori di rappresentare la società moderna e metterne in luce le ragioni dell'esplosione di rabbia degli anni che vivevano.

Gli autori scelti furono Pier Paolo Pasolini e Giovannino Guareschi; di opposta ideologia che realizzarono il loro lavoro senza neanche incontrarsi, il film rimase parzialmente edito, neanche a farlo apposta la parte di Guareschi venne giudicata non adatta al pubblico, solo molti  anni dopo (circa negli anni 90) venne riproposto in versione integrale.

Vogliamo proporvi il film di Guareschi, un analisi esaustiva sui primi anni del secondo dopoguerra, all'attento spettatore sarà possibile rintracciavi se non le radici almeno i germogli "dell'albero della globalizzazione". Sarà anche molto interessante notare come il film risulti attuale (ricordiamoci che è stato girato nel 1963), e come le piaghe di cui si parla siano argomenti tutt'oggi in primissimo piano (l'espansionismo economico, esperimenti sugli animali, rivolte e guerre, appiattimento culturale).

Di seguito i link al film.

Prima parte :

Seconda parte:

Terza parte :

Quarta parte :

Quinta parte :

Sesta parte :

Settima parte :